Jabadabadoo - Marzo 2009
di Manuel Gentile (egentile@libero.it)
www.myspace.com/jabadabadoomensile
Claudio Cojaniz lavora come compositore e arrangiatore nel campo della musica contemporanea. “Non Sono Tornati. Viaggio Nella Grande Guerra” è un compact disc che ripropone il concerto che Claudio Cojaniz ha eseguito nell’estate del 2008 a Pordenone nell’ambito della rassegna “Visioni Sonore” di Cinemazero, dove il pianista ha presentato i brani concepiti come accompagnamento
dal vivo di una serie di documentari sulla Grande Guerra provenienti dall’archivio de “La Cineteca
Del Friuli”. Pur essendo concepite come colonna sonora, le composizioni di questo lavoro brillano di luce propria, e l’ascolto del disco è quanto mai interessante e gradevole. L’eclettico musicista friulano, amante di Theolonius Monk (ma anche di Ornette Colemann), si avventura nei territori del jazz, senza peraltro nascondere la vena blues che caratterizza indiscutibilmente il suo stile, e riesce a trasformare in musica le immagini delle vicende che descrive, con la sorprendente forza evocativa affidata ai tasti del suo pianoforte. “Non Son Tornati” è un percorso ideale che parte dal momento in cui inizia la guerra (“Preparandosi A Partire”, “In Viaggio Verso Il Fronte”), per poi descrivere lo scenario degli eventi bellici (“Assalto”, “In Trincea Con La Morte”, “Contrattacco”), fino al momento in cui le armi tacciono (“Ritorno Alla Pace”) e arriva il momento di rimeditaregli orrori e le devastazioni del conflitto, ricordando chi non c’è più (“A Chi Non E’ Tornato”).
E’ un’opera lucidamente essenziale, dove il virtuosismo strumentale è al servizio di una immediata espressività, e l’inventiva sviluppa ed esalta la brillantezza e l’originalità delle soluzioni armoniche. Autore misurato e competente, Claudio Cojaniz è un interprete sensibile e delicato che, nel rendere la drammaticità delle tragiche vicende che descrive, rivela la dolente partecipazione al dramma
dei ragazzi mandati a morire al fronte, messi l’uno contro l’altro, ad uso delle classi dominanti. Al di là del suo innegabile valore musicale, questo disco vuole essere un messaggio di pace, perché la guerra, in fondo, è sempre troppo vicina.
Ringraziamento speciale ad Andrea Maroelli.